Aprile 2011 Dziwisz: «Un’altra guarigione miracolosa su tomba di Wojtyla»

Dziwisz: «Un’altra guarigione
miracolosa su tomba di Wojtyla»
“Davanti alla tomba di Giovanni Paolo II nelle Grotte Vaticane, un ragazzo polacco immobilizzato sulla sua sedia a rotelle è riuscito improvvisamente a camminare”.

Lo ha rivelato il card. Stanislao Dziwisz. “Io – ha detto il porporato – sono stato personalmente testimone di tante grazie, non li chiamo miracoli, fatte da Giovanni Paolo II. Soprattutto su malati di tumore. E c’è un episodio, accaduto in questi giorni, che mi è stato raccontato. Proprio nei giorni che precedono la celebrazione del quarto anniversario dalla morte, un ragazzo polacco di 9 anni, di Danzica, malato di tumore, colpito da un cancro al rene, è stato portato in carrozzina, perchè non poteva camminare, sulla tomba di Giovanni Paolo II. Lì – ha raccontato Dziwisz – ha pregato, e appena uscito dalla Basilica di San Pietro, ha detto ai genitori, stupiti: voglio camminare. Si è alzato, e ha iniziato a camminare”.

Le guarigioni inspiegabili attribuite all’intercessione di Giovanni Paolo II dal 2 aprile del 2005, data della morte, al 2010 sono ben duecentosettantuno e notizie relative ad altre grazie arrivano continuamente alla Postulazione del Vicariato di Roma e alla Congregazione per le cause dei santi, come confermato recentemente dal cardinale Angelo Amato che lo presiede. L’unico miracolo finora approvato è la guarigione straordinaria di una suora francese di 50 anni, Marie Simon Pierre Normand, alla quale nella notte fra il 2 e il 3 giugno 2005, giunse improvvisa la guarigione dal morbo di parkinson, la stessa malattia di Papa Wojtyla che con le consorelle la religiosa aveva incessantemente invocato.

“Moltissimi cardinali” firmarono una petizione perchè il nuovo Papa, non ancora eletto, consentisse a derogare dai 5 anni per l’inizio della causa di beatificazione di Papa Wojtyla, come è poi avvenuto per decisione di Benedetto XVI che ha accolto la richiesta formalizzata dal vicario di Roma Camillo Ruini e autorizzato il processo ad appena un mese dalla morte del suo predecessore. “Entrando in Conclave – ha rivelato il card. Ruini – mi fu consegnata una lettera firmata da moltissimi cardinali, che si univano alla richiesta del popolo perché si avviasse subito il processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II”.

RUINI: I CARDINALI AVANZARONO GIA’ IN CONCLAVE LA “RICHIESTA” DI BEATIFICAZIONE
“La lettera – ha spiegato il cardinale – fu data a me perché i cardinali non sapevano chi sarebbe stato eletto nel Conclave, ma ricordo quanta impressione avevano fatto le parole dell’allora card. Ratzinger nell’omelia per le esequie del Papa, quando indicando la finestra del Palazzo Apostolico dove si era affacciato per ventisette anni ogni domenica, aveva detto che Giovanni Paolo II ci guardava dalla finestra del cielo e pregava ancora per noi”. Ruini ha anche descritto i propri sentimenti nel vedere quanti in piazza San Pietro si erano messi in fila per dare un ultimo saluto e poi nella stessa piazza, l’8 aprile 2005, avevano chiesto che Wojtyla fosse proclamato “Santo subito”. “Ho capito – ha confidato – quanto fosse comune e profondo il sentire della gente: per loro il Papa era già santo”. Da questa presa d’atto è iniziato dunque l’iter che rapidamente porterà Giovanni Paolo II sugli altari.

BAGNASCO: DA BEATIFICAZIONE SLANCIO E CHIESA E PAESE
La beatificazione di papa Wojtyla darà alla Chiesa “uno slancio, un rinnovamento nello slancio missionario dell’evangelizzazione, per essere veramente sale e luce del nostro Paese”. È quanto afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in un’intervista a Radiovaticana.

“La Chiesa – sottolinea Bagnasco – deve essere, secondo il mandato del suo Signore – una presenza propositiva, piena di lievito, di gioia per il bene di tutti; non certamente con il desiderio di ingerire, ma con il desiderio di servire la società italiana e, quindi, il bene di tutti e di ciascuno, annunciando il Vangelo e Gesù Cristo. E questo con tutte le implicazioni che il Mistero di Cristo, annunciato e vissuto,
comporta sul piano antropologico, sul piano sociale, sul piano etico naturalmente: tutti gli aspetti e gli ambiti della vita umana”.

Ricordando la figura di Giovanni Paolo II, il cardinale Bagnasco ricorda che questo Papa è “entrato nel cuore non solo della cattolicità, ma del mondo intero. Quindi, poterlo venerare sugli altari è motivo veramente di grande gioia e di gratitudine per Benedetto XVI”. “Karol Wojtyla – aggiunge – ha portato in Italia e in Occidente l’eco della sua storia personale: la storia che riguarda la Polonia, ma che riguarda anche il mondo dell’Est, che ha lottato tanto per la propria libertà, per l’uguaglianza. Quindi, ha dato una scossa salutare sia al nostro Paese, sia all’Occidente”. La sua beatificazione cade nell’anno in cui si celebra l’anniversario dell’unità nazionale e a questo proposito, Bagnasco sottolinea come Wojtyla sia stato “colui che ha riproposto il termine di ‘patria’ nel senso etimologico, senza timori e senza complessi”.

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