Intervista, Sandro Giacobbe: “Non smettiamo di avere speranza”

di Grazia Pia Attolini

Già intervenuto telefonicamente durante la presentazione del tema del concorso studentesco abbinato al Riconoscimento, lo scorso ottobre, Sandro Giacobbe è tra i primi artisti ad aver accettato di essere insignito del prestigioso premio per l’edizione 2017. Attivo da sempre nel sociale e nel volontariato, grazie soprattutto alle iniziative promosse dalla Nazionale Cantanti di cui è fondatore, Giacobbe rappresenta per la sesta edizione del Riconoscimento molto di più che una testimonianza speciale del “sì alla vita”: il suo nome è infatti legato alla colonna sonora del concorso studentesco. Emozionato, ecco come si racconta in attesa del grande evento di maggio.

Che effetto Le fa sapere che “Insieme noi” è la colonna sonora del concorso? Quale significato attribuisce a questa canzone?

È un grande onore ed è una emozione sapere che in questo momento bambini e ragazzi della Puglia stanno ascoltando “Insieme noi” traendone ispirazione per i loro elaborati in concorso. Fin da quando il Piccolo Coro dell’Antoniano ha fatto “sua” questa canzone, ho potuto constatare come sia penetrante nei cuori dei più piccoli. “Insieme noi” dà voce in musica a quei valori che i cuori pure dei bambini, ancora ignari dalle barbarie del mondo, sanno apprezzare e divulgare con maggiore spontaneità di noi grandi. Mi piace pensare che è un canto di speranza per tutti, grandi e piccoli, per un mondo migliore. Non smettiamo di avere speranza.

Il Riconoscimento dà merito al suo impegno per i più deboli e chi soffre; come hai accolto la notizia dell’attribuzione del premio?

Bello sapere che in qualche modo il mio nome è legato a Giovanni Paolo II. È per me un grande onore. Sarò felice di esserci a maggio per incontrare la comunità biscegliese, i tanti ragazzi impegnati nel concorso e ricordare insieme agli altri premiati i valori che ha promosso il Papa Santo già in vita. Alla notizia dell’attribuzione del premio mi sono ritornati alla mente i 36 anni di solidarietà con la Nazionale Cantanti, i progetti negli ospedali soprattutto a favore di chi era affetto da malattie genetiche. E un ricordo in particolare mi è tornato alla mente: nel 1984 sono stato a Genova presso l’Istituto pediatrico Gaslini e non sapevo che dopo qualche anno ci sarei tornato per passare le notti al fianco di mio figlio. Fortunatamente è andato tutto bene, ma sono cose che lasciano il segno.

Tante le iniziative di solidarietà di cui si è fatto promotore, soprattutto con la Nazionale Cantanti: c’è un incontro o una occasione che Le ha lasciato un segno più particolare degli altri?

Ero in aeroporto, stavo andando in Sardegna per un concerto, quando mi si avvicina una signora con suo figlio; mi dà un bacio e mi dice: “Il mio bambino è salvo grazie anche grazie a te”. Mi racconta che ha ricevuto il trapianto del midollo osseo presso l’ospedale Pertini che io con la Nazionale Cantanti avevo contribuito con delle partite di beneficenza a finanziare per permettere questo tipo di operazioni. In quel bacio e in quell’abbraccio ho trovato tutta la gratificazione del lavoro fatto con il cuore: è stato davvero emozionate.

Ha incontrato San Giovanni Paolo II e c’è qualche ricordo che la lega particolarmente alla sua figura?

Con la Nazionale Cantanti siamo stati in udienza da Sua Santità: un attimo, ma pieno di emozione in cui ho potuto stringergli la mano e abbracciarlo. Emanava una carica emotiva e una gioia unici: il ricordo di quell’incontro rimarrà indelebile dentro di me.

Cosa Le riserva il 2017?

Continuo a scrivere e comporre. Ho scritto un pezzo bluse abbinato a un balletto particolare. Proseguono anche i concerti e sarò anche a Panama. A maggio poi sarà bellissimo incontrare i ragazzi del Riconoscimento a Bisceglie e ricevere questo importante premio.

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