PAOLO VALLESI A BISCEGLIE NEL NOME DEL SANTO PAPA WOJTYLA

Il cantante si racconta in attesa del Riconoscimento Giovanni Paolo II

intervista a cura della giornalista Grazia Pia Attolini
 

“La forza della vita” di Paolo Vallesi sarà la colonna sonora della terza edizione del Riconoscimento Giovanni Paolo II che avrà luogo a Bisceglie il 17 e 18 maggio prossimi per celebrare la virtù della Fede, quella di un uomo, un Papa, che ha lasciato ai posteri la migliore delle eredità: la speranza.
Tra i testimoni che saranno premiati, anche Vallessi legato a Papa Wojtyla per più di un motivo, come spiega nell’intervista che il cantante concede a poche settimane prima della sua partecipazione all’evento nella città dei Dolmen.

Come hai accolto la notizia del Riconoscimento, evento che tra l’altro cade in concomitanza con il giorno del tuo compleanno?

Sono sempre stato legato alla figura di Giovanni Paolo II per vari motivi.
Non tutti sanno ad esempio che il mio secondo nome è Giovanni, per cui Paolo Giovanni.
Ho avuto poi la fortuna e l’onore di incontrare l’ormai Santo, all’epoca Pontefice, in un’udienza privata con la nazionale cantanti, un momento indimenticabile della mia vita perché sembrava che trasparisse un’aurea che mi diceva che quell’uomo sarebbe stato ricordato dall’umanità per i secoli a venire. Il fatto che io stessi a fianco a lui, a parlare in un momento di condivisione, mi ha inorgoglito. Sono felice, ho accettato quindi con piacere l’invito rivoltomi dall’associazione di Bisceglie di prendere parte all’evento che ricorda Giovanni Paolo II e i valori da lui trasmessi, mi riempie di gioia poi ricevere il riconoscimento nella giornata del mio compleanno, particolare per gli anni che compio essendo del 1964. Non posso quindi che ringraziare l’associazione nella persona di Natalino Monopoli.

Raccontaci del tuo personale rapporto con il Papa prossimo Santo e quale il ricordo più bello che vi lega?
La giornata mondiale della gioventù a Toronto l’associo a uno dei ricordi più importanti, come anche la GMG a Loreto. Momenti importantissimi.
Mi viene in mente un piccolo aneddoto: quando siamo stati ricevuti per rendergli omaggio mi avvicinai a lui e mi riconobbe e nonostante orami non parlasse più a causa delle difficoltà dettate dalla malattia, si rivolse verso di me con un’espressione che ho ancora davanti agli occhi e mi disse: cantante ! Un momento di scambio di parole sguardi e sorrisi indimenticabile.
Di Toronto poi un ricordo indelebile per l’enorme platea di persone: un’umanità pacifica e positiva nella quale mi sono trovato felicemente nel mezzo; si respirava un’aria particolare. 15mila persone e un unico sentimento positivo nell’aria che travolgeva tutti.

Con i tuoi brani di successo sei arrivato al cuore della gente. Con la musica ti sei anche fatto testimone di fede con la tua partecipazione alla giornata mondiale della gioventù nel 2000. Quale l’importanza della musica nella trasmissione di valori? 
Domanda complessa. Chi fa un mestiere come il mio che permette di trasferire e comunicare i pensieri che hai, cosa non semplice, le emozioni, i sentimenti e gli stati d’animo, ha una grande fortuna. Le mie canzoni (quelle che scrivo e canto) riguardano la mia persona metto quello che io sono e ciò che vivo. Questo permette alla gente di conoscermi meglio: la musica è l’accesso all’interiorità che difficilmente è esprimibile a tante persone se non con un mezzo privilegiato e universale quale la musica.

Per quanto riguarda il mio rapporto con la fede, dico apertamente che io credo, ho fede. Tuttavia mettendomi sempre in discussione, non credo quindi cecamente in qualcosa metto sempre in discussione le mie certezze alla ricerca anche dell’altra parte delle cose, di ciò che non si vede. La fede per me è dunque un cammino, non un punto di approdo certo.

Giovani, musica, fede: un trinomio ricco di significati e di non semplice interpretazione, con svariate chiavi di lettura. Per l’occasione del Riconoscimento incontrerai gli studenti delle scuole locali, portando la tua testimonianza di vita. Quale il messaggio che senti di dare loro?
Non posso che riportare ai giovani quella che è la mia esperienza di vita al servizio degli altri. Trovo che nell’unione ci sia sempre qualcosa di positivo: il mio messaggio è di non buttare il proprio tempo ma metterlo a frutto creando unione, sinergie nello spirito condiviso della pace e della positività.

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