Riconoscimento Giovanni Paolo II al Cardinale Paul Poupard

di Grazia Pia Attolini

Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Sua Eminenza Cardinale Paul Poupard sarà insignito del Riconoscimento Giovanni Paolo II 2016.

Lo incontriamo a Roma nel suo studio stracolmo di libri: ci racconta di lui, del suo rapporto con Papa Wojtyla e della nascita del Pontificio Consiglio della cultura; noi gli raccontiamo di Bisceglie e dell’ Associazione Giovanni Paolo II. Un incontro speciale, preludio del più grande incontro che si terrà a maggio.

Come ha accolto la notizia del Riconoscimento Giovanni Paolo II ?

È stato una gioiosa sorpresa, lo confesso, perché non conoscevo l’Associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie e mi sono rallegrato di sapere che esisteva questa bella associazione, anche molto creativa, capace di coinvolgere centinaia di studenti, su diverse tematiche legate all’insegnamento del santo Papa Giovanni Paolo II e del suo attuale successore. E quest’anno, particolarmente, mi rallegro di vedere gli alunni presentare i loro lavori per il concorso annesso al riconoscimento del tema della difesa dell’ambiente e del patrimonio culturale.

Lei è stato uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II e, insieme a lui, ha creato il Pontificio Consiglio della Cultura. Ci racconti come viene ideato il Pontificio Consiglio e come visse la sua nascita?

Infatti, dopo aver servito a lungo durante ben dodici anni nella Segreteria di Stato, dal 1959 al 1971, il santo Papa Giovanni XXIII e poi il beato Paolo VI, sono stato eletto Rettore dell’Institut Catholique di Parigi dove ho ricevuto con gioia il giovane Papa Giovanni Paolo II, il 1° giugno 1980, che poi accompagnai alla sede dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Egli, il Papa, ha fatto il suo grande discorso programmatico sulla cultura che è “dell’uomo e per l’uomo”. Quindici giorni dopo, mi chiedeva di tornare a Roma per essere il suo collaboratore, prima come successore del Cardinale Franz Koenig, come Presidente dell’allora Segretariato per i non-credenti e, poi, mi fece creare il Pontificio Consiglio della Cultura, che ho retto durante tutto il suo pontificato e anche con Benedetto XVI, fino al 2007. Il dicastero è stato ideato per aiutare tutta la Chiesa ad inculturare il Vangelo ed evangelizzare le culture. Ci disse Giovanni Paolo II, il 15 gennaio 1985: “il Pontificio Consiglio della Cultura riveste ai miei occhi un significato simbolico e pieno di speranza”.

Qual era l’idea di cultura per Giovanni Paolo II?

Per Giovanni Paolo II, la cultura è l’ethos – parola greca – di un popolo. Traduco: la cultura è l’anima di un popolo. L’uomo vive una vita veramente umana grazie alla cultura. La vita umana è cultura. L’uomo non può fare a meno della cultura. L’uomo è il fatto primordiale e fondamentale della cultura. Il legame fondamentale del Vangelo, ossia del messaggio di Cristo della Chiesa, con l’uomo nella stessa umanità è creatore di cultura nel suo stesso fondamento. Una fede che non diventa cultura è una fede che non è pienamente accolta, totalmente pensata e fedelmente vissuta.

Quali ricordi più vivi, nella sua memoria del Papa Polacco, con cui ha condiviso molti momenti? Cosa le ha trasmesso maggiormente?

Tanti ricordi che non si possono rammentare, tante conversazioni in tête-à-tête e con i suoi collaboratori, nel suo appartamento, o anche a Castel Gandolfo dove sono stato ospite durante alcuni giorni per partecipare agli incontri di cultura – i Think Tank degli americani – con Wozniakowski, Geremek, Kolakoski, Levinas, Ricoeur, Leroy-Ladurie, Weizacher, Gadamer. Mi ricordo soprattutto le messe concelebrate nella sua cappella privata, era un vero “pozzo di preghiera”! Come riassumere tutto quello che mi ha trasmesso? Direi soltanto: la gioia, la felicità di lavorare per la Chiesa, per Cristo e per l’uomo; è un tutt’uno.

Un messaggio per i ragazzi di tutti gli ordini scolastici impegnati nel concorso abbinato al Riconoscimento sul tema della difesa del Creato?

Cari giovani, vi trasmetto l’invito accorato di Papa Giovanni Paolo II, in conclusione al suo appassionato discorso agli uomini di cultura all’UNESCO: “Continuate”, non cessate di tenere alto l’ideale che il santo Papa Giovanni Paolo II aveva, la vigilia, partecipato ai professori e studenti dell’Institut Catholique di Parigi: “gettate nel mondo che pensa un fermento cristiano; percorrete le strade della vita con la potenza di quell’amore che da Cristo irradia, amore del Creatore, amore del Creato, amore di tutte le creature con sono i nostri fratelli, essendo tutti figli amati del nostro Padre celeste”!

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