La Costola Rosa delle Olimpiadi Del Cuore: Da Medjugorje al Cuore della Donna

<<Donne, prendiamo esempio da Maria>>: Simona Amabene racconta l’esperienza della Costola Rosa delle “Olimpiadi del cuore”

L’8 marzo è l’occasione per riscoprire attraverso la pregiera il ruolo determinante della donna nella società, una festa che si fa viaggio d’amore e speranza. Lo afferma Simona Amabene, vicepresidente dell’associazione Olimpiadi del Cuore, fondata da Paolo Brosio, che, a pochi giorni dalla partenza per Megjugorje per il pellegrinaggio organizzato in occasione della festa della donna, ci racconta la sua esperienza di fede e della Costola Rosa dell’associazione.  

 

Come e perché nasce La Costola Rosa dell’associazione “Olimpiadi del cuore”?
Mi trovavo in ritiro spirituale a megiugorie e recitando il Rosario sulla Collina delle Apparizioni. Dopo alcuni giorni trascorsi in preghiera ho sentito nel mio cuore un invito a fare qualcosa per le donne. Non ho capito immediatamente cosa potessi fare, poi con la preghiera ho maturato questo intento, era novembre 2012. L’ iniziativa è indirizzata al cuore come centro della spiritualità cristiana. Dover Quietare i rancori del cuore liberarlo dai sentimenti negativi che lo appesantiscono e lo amareggiano è il lavoro più difficile. Un impegno nato per mio desiderio, ma accolto poi da parte di tantissime donne, dalle più giovani alle più mature. 

Quali le iniziative principali? 
La Costola Rosa si basa sull’azione pastorale della donna. Al centro la preghiera: l’obiettivo è lavorare sul cuore delle donne affinché diventi simile al cuore di Maria. La Madonna è il nostro punto  di riferimento. Ha camminato senza mai indietreggiare di fronte anche a prove incomprensibili, difficili da accogliere umanamente. E’ stato necessario che Lei aprisse il suo cuore a Dio che si manifestava negli eventi, ciò non significa che Maria avesse da subito capito a quali conseguenze l’avrebbe portata la sua chiamata, qual era il progetto di Dio e nonostante questo lei ha sempre avuto forza e coraggio. Una donna estremamente moderna per il suo tempo accogliendo l’Annuncio, non ha avuto paura di essere giudicata, della vergogna, delle conseguenze agli occhi della società. Tutte noi abbiamo da imparare da Lei quando ci troviamo nella prova.

Perché consigliare, quindi, ad una donna di intraprendere un cammino di fede in questa direzione?
Penso che Maria sia un modello da imitare e sia l’unica strada per arrivare a Gesù. L’esperienza di Maria è la stessa che viviamo noi donne ogni giorno. Noi a volte non comprendiamo il perché di una difficoltà, di un dolore, di una separazione. Guardare a Maria penso sia un incoraggiamento a camminare nella vita soprattutto quando dobbiamo accogliere nel nostro cuore delle prove che umanamente ci verrebbe da dissertare. 

La prossima iniziativa della “costola rosa” è il pellegrinaggio dal 6 al 9 marzo. Di cosa si tratta? 
Approfondirà lo spirito dell’azione pasrtorale intraoresa. È l’evento simbolo. Questa iniziativa rivaluta la festa della donna: è un viaggio d’amore e speranza. Prevista una catechesi per imparare a pregare con il cuore che deve innanzitutto essere scevro da condizionamenti. Ci sarà tutta una preparazione mirata a liberare il cuore da tutto ciò che appesantisce il cuore. Approfondimento delle tappe della vita di Gesù attraverso il punto di vista di Maria e del suo ruolo. Attraverso questo pellegrinaggio cercheremo di accendere la speranza soprattutto in coloro che sono lontani dalla preghiera. 

C’è in programma una presenza della costola rosa su tutto il territorio nazionale?
Me lo auguro. Ben vengano tutte coloro che desiderano collaborare e portare avanti questo intento di lavorare sul cuore. Non è, infatti, sufficiente che noi donne pensiamo di avere delle coscienze a posto solo osservando delle regole con una condotta esteriore esemplare se poi a questo non corrisponde una coerenza interiore: il lavoro più difficile è proprio quello sul cuore. Noi donne ricopiamo un ruolo fondamentale in famiglia e società, siamo un collant indispensabile. Tuttavia rappresentiamo anche la parte più sensibile, specie oggi in cui sono evidenti vuoti che vanno colmati e se questo Dio può essere fatto attraverso la preghiera con Dio, ben venga. 
Aprire il nostro cuore è anche ciò a cui Papà Francesco ci invita quotidianamente. 

 Grazia Pia Attolini

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