Lettera di Claudia Koll e Meditazione

Lettera per la Quaresima
Carissimi desidero con questi pensieri augurarvi un buon cammino quaresimale verso la Santa
Pasqua!
In questi giorni ripenso a quando è nata l’associazione e quale era la spinta del mio cuore:
l’amore al Signore e la gratitudine per la Sua Misericordia. Con la consacrazione alla Divina
Misericordia capii che si doveva rispondere a questo dono compiendo opere di misericordia:
sono nate così Le opere del Padre. Come spiega Gesù a Santa Faustina: «Figlia Mia, se per tuo
mezzo esigo dagli uomini il culto della Mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti
per la fiducia nella Mia Misericordia. Esigo da te atti di Misericordia, che debbono derivare
dall’amore verso di Me. Devi mostrare Misericordia sempre e ovunque verso il prossimo:
non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per
dimostrare Misericordia verso il prossimo: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo
la preghiera. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della Misericordia ed è una
dimostrazione irrefutabile dell’amore verso di Me. In questo modo l’anima esalta e rende culto
alla Mia Misericordia. Sì, la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve
esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia Misericordia con la solenne celebrazione di
questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta. Per mezzo di questa immagine
concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia,
poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere» (Diario, 742). Nel Diario
Santa Faustina il 22 luglio annota: «O mio Gesù so che della grandezza dell’uomo danno
testimonianza le opere, non le parole, né i sentimenti. Le opere che sono venute da noi, queste
parleranno di noi» (Diario, 663).
Non sono però opere nostre, opere di cui possiamo vantarci perché, come dice san Paolo, noi
siamo «opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in
esse camminassimo» (Ef 2,10), rivelando così che sono il frutto dello Spirito che opera in noi
(cf Gal 5,22). Sono i segni dell’operante carità di Dio (l’azione) che diventano annuncio
concreto (la parola) di un Vangelo di misericordia testimoniato con la vita. Sono quindi opere
concrete di misericordia corporale e spirituale che permettono alla parola di Dio di compiere
la sua corsa fino al cuore dei più piccoli e dei più lontani.
Giovedì 6 marzo Papa Francesco ha incontrato i sacerdoti romani invitandoli ad avere un
cuore che si commuove. Prendo alcuni stralci del suo discorso per i quali ho gioito
interiormente: «All’inizio della Quaresima riflettere insieme, come preti, sulla misericordia ci
fa bene. Tutti noi ne abbiamo bisogno e anche i fedeli, perché come pastori dobbiamo dare
tanta Misericordia, tanta. Il brano del Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato ci fa rivolgere
lo sguardo a Gesù che cammina per le città e i villaggi; questo è curioso: qual è il posto dove si
poteva trovare più spesso Gesù? Sulle strade.
Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la
gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, “vedendo le folle ne sentì
compassione” perché vede le persone “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Abbiamo
sentito tanto queste parole che forse non entrano con forza, ma sono forti. […]
Allora comprendiamo che noi non siamo qui per fare un bell’esercizio spirituale all’inizio della
Quaresima, ma per ascoltare la voce dello Spirito che parla a tutta la Chiesa in questo nostro
tempo, che è proprio il tempo della misericordia. Anche questo sono sicuro, non solo nella
Quaresima, noi stiamo vivendo un tempo di Misericordia, da 30 anni e più finora. Nella Chiesa
tutta è il tempo della misericordia. Questa è stata un’intuizione del beato Giovanni Paolo II: lui
ha avuto il fiuto che questo era il tempo della misericordia; pensiamo alla beatificazione e
canonizzazione di Suor Faustina Kowalska, poi ha introdotto la festa della Divina
Misericordia…pian pianin è andato avanti su questo. Nell’Omelia per la Canonizzazione di
Faustina, che avvenne nel 2000, Giovanni Paolo II sottolineò che il messaggio di Gesù Cristo a
Suor Faustina si colloca temporalmente tra le due guerre mondiali ed è molto legato alla storia
del ventesimo secolo. E guardando al futuro disse: «Che cosa ci porteranno gli anni che sono
davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E’ certo
tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma
la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo
attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio».
Qui esplicita nel 2000, ma è una cosa che nel suo cuore maturava da tempo, nella sua
preghiera, ha avuto questa intuizione. Oggi dimentichiamo tutto troppo in fretta, anche il
Magistero della Chiesa. In parte è inevitabile, ma i grandi contenuti, le grandi intuizioni e le
consegne lasciate al Popolo di Dio non possiamo dimenticarle. E quella della divina
misericordia è una di queste. È una consegna che lui ci ha dato, ma che viene dall’Alto. Sta a
noi, come ministri della Chiesa, tenere vivo questo messaggio soprattutto nella predicazione e
nei gesti, nei segni, nelle scelte pastorali, ad esempio la scelta di restituire priorità al
sacramento della Riconciliazione, e al tempo stesso alle opere di misericordia. Riconciliare,
fare pace con il Sacramento, con le parole e anche con le opere di misericordia».
La preghiera. Scrive Santa Faustina: «Sentii nell’anima queste parole: “Recita continuamente la
coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà otterrà tanta Misericordia nell’ora della
morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si
trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia
della Mia infinita Misericordia. Desidero che tutto il mondo conosca la Mia Misericordia.
Desidero concedere grazie inimmaginabili alle anime che hanno fiducia nella Mia
Misericordia» (Diario, 687).
Desidero ricordarvi che noi preghiamo la coroncina nei gruppi con diverse intenzioni ma
quella a me più cara è la preghiera perché trionfi la Divina Misericordia a Gerusalemme.
Ritengo Gerusalemme centro del mondo. La seconda venuta di Gesù, che noi attendiamo,
passerà per Gerusalemme. Santa Faustina annota nel diario: «Mentre pregavo, la Madonna mi
disse: “La vostra vita deve essere simile alla Mia vita: silenziosa e nascosta; essere unite
incessantemente a Dio e pregare per l’umanità e preparare il mondo per la seconda venuta di
Dio”» (Diario, 625).
Noi preghiamo con l’icona che è nel Monastero delle Benedettine sul Monte degli Ulivi a
Gerusalemme. È un’immagine ispirata dalla parola del profeta Zaccaria sugli ultimi tempi e che
Gesù, Signore crocifisso, ha portato a compimento con il dono del suo Spirito: «Riverserò
sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di
consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. [….] In quel giorno ci sarà per la casa
di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e
l’impurità» (12,10; 13,1). Ci uniamo in preghiera per tutti gli abitanti di Gerusalemme, ebrei,
cristiani e musulmani perché la Divina Misericordia doni la pace al cuore degli uomini e
possano tutti riconoscersi “figli della Gerusalemme santa”.
L’associazione ha quindi tre rami da sviluppare. L’azione: ricordando che tutto è fatto a Lui e
per amore a Lui. «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Leggiamo insieme anche quello che dice Santa Faustina: «Ho
fatto un servizio ad un malato grave. Quando sono rientrata nella mia stanza, all’improvviso ho
visto il Signore che mi ha detto: “Figlia Mia, mi hai procurato una gioia più grande facendomi
quel servizio, che se avessi pregato a lungo”. Ho risposto: “Ma, Gesù mio, io non ho fatto quel
servizio a Te, ma a quel malato”. Ed il Signore mi ha risposto: “Sì, figlia Mia, qualunque cosa fai
al prossimo, la fai a Me”» (Diario, 1029). La parola. Dal diario di Santa Faustina: «l Signore mi
ha detto: “Quanto mi addolora che le anime si uniscano così poco a Me nella santa Comunione!
Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e sincerità ed
esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle. Trattano
con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno d’amore e di Misericordia.
Affinché tu possa conoscere almeno un po’ del Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri,
che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l’amore della madre. Questa è un’immagine ed
una pallida somiglianza del Mio amore. Scrivi, parla della Mia Misericordia. Dì alle anime che
devono cercare le consolazioni nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi
miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare
pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai
piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria e il miracolo della Divina
Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di
questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano quando sarà troppo tardi!”»
(Diario, 1447- 1448).
La preghiera. Dal diario di Santa Faustina: «Oggi il Signore mi ha detto: “Figlia Mia, scrivi
queste parole: Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e ne diffonderanno il culto,
esortando altre anime alla fiducia alla Mia Misericordia, queste anime nell’ora della morte non
avranno paura. La Mia Misericordia le proteggerà in quell’ultima lotta. Figlia Mia, esorta le
anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina Mi piace
concedere tutto quello che Mi chiederanno. Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di
pace la loro anima, e l’ora della morte sarà serena. Scrivi questo per le anime afflitte: quando
l’anima vede e riconosce la gravità dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l’abisso
di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia
Misericordia, come un bambino tra le braccia della madre teneramente amata. Queste anime
hanno la precedenza nel Mio Cuore compassionevole, esse hanno la precedenza nella Mia
Misericordia. Proclama che nessun’anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta
delusa né confusa. Ho una predilezione particolare per l’anima che ha fiducia nella Mia bontà.
Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il
Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore
misericordioso”» (Diario, 1540-1541).
Carissimi, vi invito a custodire la parola di Dio che la
Chiesa ci dispensa nel cammino verso la Pasqua e
meditare su questi scritti di Santa Faustina,
diffondendo i nostri libretti di preghiera. Che il
Signore in questo cammino sacramentale della
quaresima, di digiuno, preghiera e carità ci riscaldi il
cuore con il Suo amore e rafforzi la nostra fede.
Che si possa tutti giungere alla Pasqua rinnovati,
capaci di amare il Signore come Lui desidera. È come
se Gesù ci dicesse: «Ho sete … del tuo amore».
Claudia
Aspetto anche la conferma per la vostra presenza il 10
maggio a Roma dove ci riuniremo con tutti i gruppi di
preghiera nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, via dei
Penitenzieri 12, alle ore 10.00 per la celebrazione della
Santa Messa e l’adorazione eucaristica con la recita della
coroncina. A seguire il pranzo per condividere un momento
di fraternità nella gioia e festeggiare insieme la
canonizzazione di Giovanni Paolo II .

Carissimi, dopo avervi indirizzato la lettera per il cammino della Quaresima,mi piace condividere con voi il commentodal Lezionario meditato a una pagina del Vangelo di Matteo (25,31-36) che vi propongo, perché dà un’interpretazionedel brano evangelico che è stata per me occasione di santa inquietudine:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi».
Nel Lezionario si legge che per comprendere rettamente queste parole,si deve ricordare che per MatteoCristo si identifica innanzitutto con i suoi discepoli e quindi con quelli che,per seguire Lui, hanno fame e sete, sono forestieri, nudi, malati e in carcere.Sono questi per Gesù «i fratelli più piccoli». I cristiani che seguono il Maestro sono, infatti, i primi destinatari delle beatitudini (Mt 5,1 e 5,25), paragonati a «bambini» che tutto si aspettano dal Padre (Mt 18,1-5). Sono loro quei «piccoli» che devono essere accolti perché, a causa del Vangelo, hanno accettato di essere privi anche del necessario (cf Mt 10,40-42).
Alla luce di questa interpretazione la parola del Vangelonon può essere intesa come una pia esortazione a fare del bene, per ricevere alla fine una qualche ricompensa dal giudice del mondo. È un testo che svela l’identità profonda di quanti si ritrovano a seguire Cristo. Chi lo segue deve aspettarsi di aver fame e sete, di essere forestiero, nudo e privo di quello che – secondo il mondo – è essenziale alla vita, di ritrovarsi in carcere perché condivide con Cristo quello che lui stesso per primo ha vissuto e testimoniato.
La pagina del Vangelo mostra quianche il volto nascosto della Chiesa santa di Dio che non può essere scambiata per un insieme di persone che fanno opere di bene. È il corpo vivente di Cristo che ha bisogno dell’aiuto e dell’amore degli uomini. Ed è in questa condivisione della sua debolezza e della sua sofferenzache la Chiesa continua ad agire per la salvezza del mondo.
Come compiere,oggi,le opere del Padre? Il cammino è già tracciato: si comincia ascoltando la sua Parola per accoglierlo nell’eucaristia e ottenere la conversione del cuore che trasforma la nostra vita, conformandoci al Figlio. C’è un legame profondo tra ascolto e carità come si legge nella Lettera agli Ebrei:
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore (10,24-25).
In forza di questa parola,vi chiedo di partecipare agli incontri e ai ritiri dell’associazione per camminare insieme seguendo la spiritualità che ci accomuna. Mi spaventa la ricerca del numero e dei consensi. Nella preghiera di consacrazione, cosa chiediamo a Dio Padre?
Fa’ che questa tua famiglia superando ogni forma di egoismo risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te. Te lo chiediamo per Cristo tuo Figlio e nostro Signore che vive e regna con te o Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

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