Mara Santagelo tra sport e fede: Intervista per il Riconoscimento

Dalle vette del successo alla collina delle apparizioni. L’ex tennista folgorata sulla strada per Medjugorie si racconta
La tennista Mara Santangelo sarà a Bisceglie a maggio per ricevere il Riconoscimento Giovanni Paolo II. Nell’attesa l’ex campionessa si racconta. La sua è la storia di chi ha vissuto sulla propria pelle, e ora può testimoniarlo, quanto siano vani il successo, l’agio e la ricchezza privi di amore. «Avevo tutto ma non ero felice» – ci dice.
La campionessa di tennis, azzurra sin da bambina, arrivata al numero 9 in doppio nel ranking mondiale, ha appeso la racchetta al chiodo e dopo aver ritrovato la fede ora è dispensatrice di amore e finalmente ha trovato la felicità. Come sia accaduto tutto questo, cosa la lega al prossimo Santo e quale testimonianza porterà a Bisceglie, Mara ce lo spiega nei dettagli in questa intervista esclusiva.
Dopo un pellegrinaggio con Paolo Brosio la tua vita è cambiata. Raccontaci di quell’esperienza e del tuo rapporto con la fede prima e dopo quel viaggio spirituale.

Vengo da una famiglia cristiano cattolica, che mi ha da sempre abituato alla preghiera, soprattutto mia mamma era molto devota a Maria. Ho vissuto la fede e il mio rapporto con il Signore mai in serenità, in virtù delle vicende che si sono susseguite nella mia vita, almeno fino al pellegrinaggio a Mejugorie.
Nel novembre del 1997 mia mamma è purtroppo scomparsa e da allora ho provato tanta solitudine ero molto chiusa in tutte le mie sofferenze per la mancanza di mia mamma e anche per la mia malformazione al piede. Ho sempre combattuto per tutta la mia carriera con i malanni fisici. Il tennis mi portava gioie ma anche tanti dolori. A 16 anni i medici mi hanno detto che non avrei mai potuto giocare a tennis. Io sono andata contro tutto e tutti per arrivare in alto. Per lunghi periodi però sono stata costretta a fermarmi per curare il dolore al piede e poi ripartire con più grinta. La mia testardaggine ed il mio amore per il tennis superavano i dolori fisici e le difficoltà. Le sofferenze fisiche si sono quindi sempre accompagnate a quelle dell’anima per cui ero molto arrabbiata con il Signore. Era il momento di maggior successo della mia carriera ma ero arrabbiata con Dio. Il mio rapporto con il Signore era quindi di non riuscirlo a ringraziare, maledirlo per tutte le sofferenze della mia vita. Fino a quando durante la degenza della mia operazione al piede ho deciso di intraprendere il pellegrinaggio a Medjugorie: era il novembre del 2010 e andai lì per la prima volta con tanta curiosità perché non conoscevo nulla di quello che avveniva in questo posto sacro. Ricordo ancora con grande commozione l’apparizione : io e un altro gruppo di pellegrini volevano essere a pochi metri dal luogo in cui Miriana, una delle degenti, avrebbe avuto l’incontro con Maria, quindi sulla collina delle apparizioni. Io passai lì tutta la notte: era gelida, fredda, pioveva ed io ero con il sacco a pelo ero con altre persone che pregavano e lodavano il Signore. E’ in questa occasione che per la prima volta sgranai il rosario e in preghiera sentì qualcosa forte dentro di me: vedevo davvero persone gioire in pace con se stesse, in serenità, in condivisione che pregavano e lodavano il Signore. Quello per me è stato davvero molto toccante perché mi sono resa conto che in giro per il mondo avevo tutto quello che il mondo pensa sia tutto: la fama, la ricchezza, i soldi, l’essere servita e riverita, però non ero felice e in pace con me stessa, non avevo niente perché non avevo la cosa più importante: Dio.
Di questo parli ampiamente nel tuo libro autobiografico “Te lo prometto”, edito da Piemme. A Chi dovevi una promessa?
E’ una promessa che ho fatto a mia mamma vedendo in tv un match di Martina Navratilova: le promisi che un giorno sarei diventata come lei e avrei calcato il centrale di Wimbledon. Questo mi ha portato ad andare contro tutto e tutti per raggiungere in suo nome quello che era il sogno di mia mamma, diventato anche il mio.
Nel libro racconto dei sacrifici che ho dovuto fare: si trattava di un obiettivo e difficile, soprattutto per una adolescente quale io ero. E soprattutto racconto di quanto fosse vuota la mia vita prima della riscoperta delle vera fede, unico viatico per la felicità autentica.
Giravo il mondo e mi rendevo conto che le relazioni strette con la gente erano dettate solo dalla convenienza: la gente si relaziona con me perché ero Mara Santangelo la tennista che attrae tanti sponsor e un profitto, ma non c’era amore in quelle relazioni.
Durante il pellegrinaggio mi sono posta tante domande le cui risposte sono arrivate nell’immediato. Mi chiedevo quale potesse essere il mio futuro. A Medjugorie ho sentito di dover lasciare la strada del tennis e intraprendere con più coscienza il percorso della fede che mi vedeva fino a quel momento neanche cresimata.
Con grande convinzione sono tornata in Italia ho appeso la racchetta al chiodo. Ho iniziato a conoscere la nostra religione più nel profondo, la storia di Gesù ad esempio di cui sapevo poco e nulla. Ho iniziato un cammino che prosegue tutt’ora perché la fede va coltivata ogni giorno. Ho conosciuto e sono entrata nella comunità di Nuovi Orizzonti nella quale mi sono sentita accolta come una figlia con tanti fratelli in preghiera.
Oggi cosa fa e chi è Mara Santangelo?
Ho intrapreso la strada manageriale: sono consigliera della Federazione Italiana Tennis e del Coni in rappresentanza degli atleti, un ruolo che mi impegna molto. Come un tempo giro il mondo, ma adesso con uno spirito diverso. L’aspetto che mi piace di più sta nella possibilità di poter portare la mia esperienza all’interno del consiglio migliorando il settore in base a quello che è stato il mio percorso per aiutare i nostri giovani a diventare tennisti professionisti.
Nella vita privata Mara Santangelo oggi è finalmente una persona felice. Frequento la comunità Nuovi Orizzonti, tengo incontri di testimonianza e mi faccio guidare dalla preghiera quotidianamente. Non mi sottraggo dall’ascolto delle storie di coloro che incontro e alle quali porto la mia esperienza anche tramite i nuovi mezzi di comunicazione, da facebook a twitter, al mio sito internet www.marasantangelo.com.
Come hai accolto la notizia del riconoscimento Giovanni Paolo II? Cosa ti lega a Papa Wojtyla?
Sono stata contattata da un’amica, Sara Maestri che mi ha parlato del riconoscimento e preannunciandomi quelli che sono stati i premiati degli anni passati ho provato subito un grande onore. Essere accostata ad una figura così importante quale Papa Giovanni Paolo II è davvero un privilegio. Io sono cresciuta con questo Santo Padre che per me è stato sempre una figura di grande riferimento pur non avendo all’epoca un rapporto costante e intimo con la fede. Pensando a lui mi vengono in mente la bontà e i valori che lo hanno sempre contraddistinto. Ricordo anche quando è mancato: ero in Messico a giocare a un torneo e appresa la notizia piangevo come una fontana per la sua scomparsa e promisi a me stessa che avrei dato tutta me stessa per vincere quel torneo e dedicargli la vittoria, il destino poi ha voluto che vincessi sia il singolo che il doppio.
Ricevere poi questo riconoscimento nell’ amata Puglia è poi un valore aggiunto: sono molto legata alla vostra terra in cui ho collezionato tanti successi.
E di Papa Francesco cosa pensi?
Chi non può essere innamorato di Papa Francesco? Fin dal momento in cui è uscito da quel balcone e ha salutato è entrato nel cuore della gente. E’ un papa umile, con grande carisma comunicativo, entra nelle case di tutti noi con semplicità e allo stesso tempo con grande impatto perché parla in modo facile e arriva dritto al cuore soprattutto quello dei giovani e delle persone più lontane e questo sta dando tanti frutti: molte persone si stanno riavvicinando alla fede perché questo Papa ha toccato qualche corda infondo ai loro cuori.
Veniamo alla tua presenza a Bisceglie e in particolare al tema della legalità. Testimone di fede ma anche di tutti quegli insegnamenti, primo tra tutti il rispetto delle regole, la legalità, che fanno dello sport una scuola di vita E’ su questo tema che si terrà un dibattito durante l’incontro che si terrà a Bisceglie con gli studenti delle scuole locali. Cosa sente di dire in merito ai giovanissimi.
Io sono dovuta crescere con questi valori, primo tra tutti il rispetto delle regole, perché uno sportivo non può pensare di arrivare ai grandi successi se non segue delle regole ferree, nel mio caso questo si è concretizzato nel dover ogni giorno e in qualsiasi condizione entrare in campo, allenarmi, seguire un certo tipo di alimentazione e stile di vita, non uscire la sera, e metterci tanta passione e impegno a vantaggio del raggiungimento della meta. A Bisceglie e ai giovani porterò la mia esperienza per cercare di farli riflettere, azione indispensabile oggi più che mai perchè non stiamo attraversando solo un momento di crisi economica, ma in alcuni contesti anche di valori. Io penso però che i nostri giovani vadano spronati sotto questo punto di vista anche perché in fin dei conti è una gioventù bella che può aspirare a tanti progetti.
Grazia Pia Attolini

Condividi su:
Close
Aiuta il sito a crescere!
Clicca 'mi piace' su facebook.

Facebook