Riconoscimento Giovanni Paolo II a Gigi D’Alessio per Malaterra

Il cantautore sarà insignito del Riconoscimento Giovanni Paolo II
Oltre 20 anni di carriera, 18 album di inediti, quasi 20 milioni di copie vendute, 1 disco di diamante, oltre 100 dischi di platino vinti, oltre 1 anno di presenza nella top ten dei più venduti, numerosi premi ricevuti tra cui la NIAF (National Italian American Foundation), 7 tournée internazionali in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia e numerosissimi show straordinari, fino ad arrivare al Radio City Music Hall di New York. E’ la storia e il percorso artistico di Gigi D’Alessio, che dalle vette della musica mondiale arriva a Bisceglie per farsi testimone della difesa del Creato. Il prossimo 14 maggio sarà nella Città dei Dolmen per essere insignito del Riconoscimento Giovanni Paolo II.

Il premio, promosso dall’associazione culturale omonima, riconosciuta dal Vaticano e presieduta dal professor Natalino Monopoli, va a dare merito al progetto che vede attivo il cantautore nella difesa del made in Campania e nella lotta alle atrocità della Terra dei Fuochi: “Malaterra” è molto più di un disco, molto più di un docu-film, è una vera e propria missione per Gigi D’Alessio che presta la sua musica al servizio della comunità per una nobile finalità.

Si dice onorato e pieno di gioia D’Alessio, che alla notizia del Riconoscimento ha subito voluto far sapere agli organizzatori che verrà in Puglia con molto piacere non solo perché è la sua seconda terra – come dichiara anche nell’intervista – ma anche perché il tema della difesa del Creato che fa da cornice all’edizione 2016 del Riconoscimento, gli è molto a cuore.

Prima di partire per il tour mondiale #CampaniaSiCura, che fa parte del progetto sociale “Malaterra”, il celebre cantautore partenopeo si concede al pubblico biscegliese per raccontarsi in attesa di maggio.
Ha avuto modo di incontrare Giovanni Paolo II?

«Si, grazie al mio lavoro, ho avuto più volte l’opportunità di incontrare il Santo Padre e di esibirmi davanti a lui ed è stata un’emozione infinita, un uomo che era già Santo in vita».

Sarà premiato insieme a padre Maurizio Patriciello, il sacerdote diventato coraggioso leader del movimento civile che si batte per la bonifica della Terra dei fuochi. Come è avvenuto il vostro incontro?
«Ho voluto realizzare il docufilm “Malaterra”, un documento che racconta l’amara storia della terra dei fuochi. Tra i testimoni più rappresentativi c’è sicuramente padre Maurizio Patriciello ed ho voluto incontrarlo per conoscere la sua versione dei fatti riguardanti quella terra».

Come nasce “Malaterra” e perché?
«Sono un uomo della Campania, amo la mia terra e avendo una coscienza e l’opportunità di amplificare le mie azioni, grazie alla popolarità di cui godo, non potevo sottrarmi a questa esperienza. La canzone Malaterra è nata nel modo più naturale possibile, davanti al mio pianoforte ho chiuso gli occhi e in una sola sera è nata la canzone».

Il concorso studentesco legato al Riconoscimento di quest’anno ha come tema “la difesa della natura e del patrimonio culturale: quale ricchezza è per l’umanità?”. Come spiegherebbe ai bambini e ai giovanissimi impegnati nella realizzazione degli elaborati cosa è la Terra dei Fuochi e come difendere il Creato?

«La difesa del pianeta nasce dalla coscienza individuale e dal rispetto del proprio territorio. Ogni essere umano ha il dovere di consegnare nel modo migliore ai propri figli ciò che abbiamo ricevuto in prestito dai nostri genitori. L’ambiente in cui viviamo è una cosa preziosa e va salvaguardata con tutte le nostre forze. Gli interessi loschi di alcuni non possono tradursi in un disastro per molti».

Non è la sua prima volta a Bisceglie. In città (e non solo) è ancora vivo il ricordo del suo concerto nell’estate del 2006. E solo un mese fa era a Bari per il concertone di fine anno. Che rapporto hai con la Puglia?

«Senza alcuna retorica, considero la Puglia la mia seconda terra. Nelle rare volte in cui riesco a ritagliarmi un po’ di tempo libero, vengo qui dove natura, mare, cibo ma soprattutto la gente mi fanno sentire bene. E’ una terra intrisa di cultura, tradizioni e rivolta al futuro».

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